"C'era un'idea..."


“C’era una ragazza” che dopo una settimana di studio, litigi con la famiglia e col fidanzato, finalmente poteva rilassarsi ed uscire con i suoi amici. Aveva quest’idea.

Mentre si asciugava i capelli davanti ad uno specchio andò via la luce, il phon smise di funzionare, il tempo sembrò fermarsi e regnava il più totale silenzio. Con la stessa velocità con cui era sparita, l’elettricità tornò, il phon ricominciò ad emettere calore e l’orologio appeso alla parete ricominciava scandire il tempo. Tutto tornato nella norma, però  la ragazza era spaventata, la luce c’era, il phon funzionava, eppure quel riflesso lì nello specchio non era lo stesso: chi è quella nello specchio? Cosa stava facendo? Ed ecco che una semplice idea di passare un sabato con gli amici si è tramutata in una crisi d’identità.

Ora trasferiamoci in Europa e più precisamente nel settembre 1945: anche lì c’era un’idea. La guerra aveva lasciato sul territorio europeo milioni di morti e una sola speranza: quella che potesse esserci un futuro di pace. Le radici di quest’idea trovarono la loro esistenza nella piccola isola di Ventotene, dove, durante il fascismo, venivano confinate molte personalità politiche italiane che, all’indomani della guerra, avrebbero formato la classe dirigente della nuova Repubblica. I confinati nel Tirreno  produssero l’ “IDEA” su quale potesse essere il futuro del continente che tanto aveva influenzato la storia del mondo e che, finita la guerra, avrebbe affrontato nuovi nemici. Eliminato il Terzo Reich e, con lo “spettro comunista” a Oriente, i singoli Paesi, nella devastazione provocata dalle bombe, iniziarono (con benedizione degli USA) ad avvicinarsi per fare lega.

Gli Stati Uniti d’Europa, la nuova ‘superpotenza’ non era più un’utopia, il sogno di De Gasperi, Altieri, Schuman, Spaak, Adenauer e di cui anche Victòr Hugo aveva parlato, non era più solo un miraggio. L’apertura dei mercati, la libera circolazione, la nascita del parlamento europeo, l’unione doganale, la caduta del muro di Berlino, l’ingresso dei Paesi ex-comunisti e i “tre pilastri” (1992, 1999, 2002) fino ad arrivare all’unione monetaria, indirizzavano l’idea verso la sua miglior realizzazione, ovvero il passaggio da Unione europea a Europa federale.

Il “sogno di Ventotene” tendeva ad essere un’unione di stati che, aiutandosi a vicenda, avrebbe potuto scongiurare nuovi scenari tetri e competere con i Titani d’Oriente e d’Occidente. Si era riusciti a formare una nuova superpotenza; ma va sempre sottolineato che le decisioni prese oggi, avranno i loro effetti domani, ed ecco che per l’equilibrio del cosmo ad ogni azione ne risponde una reazione uguale e contraria. Sono passati molti anni e la storia ha fatto il suo corso; come essa ci insegna sono gli episodi a disegnare il futuro e il sabato sera perfetto della ragazza iniziò ad incrinarsi. Stati molto patriottici come Francia e -come abbiamo imparato in questi giorni –Olanda, bocciarono il tentativo di una Costituzione europea, nel 2007 naufragò definitivamente un progetto fondamentale per la nascita di una nuova entità statale, fino ad arrivare poi nel 2008 quando la luce nel bagno della ragazza va via: scoppia la crisi globale.

L’Europa inizia oggi a contare i danni della superficialità passata e l’ Ue ha vissuto la stessa settimana della ragazza per anni: c’è chi ha non ha mai fatto i compiti a casa (Grecia e Italia), chi ha avuto battibecchi con il fidanzato e l’ha lasciato (Regno Unito), chi in famiglia continua ancora a litigare (Francia e Germania). La bandiera blu con le stelle sa che ora che la luce tornerà, dovrà guardarsi allo specchio, osservare ogni dettaglio del suo viso, per capire chi è e cosa vuole fare.

I motivi di questa crisi di identità non sono da attribuire ai partiti nazionalisti e o antieuropeisti, chi li accusa in realtà è consapevole dei propri errori e, mentre con una mano si copre la faccia, con l’altra punta il dito. L’Italia nel ‘22 non è diventata fascista perché i fascisti sono andati al potere, ma perché il paese versava in situazioni disastrose col fallimento del sistema liberale ed ecco che i danni del passato tornano nel presente. La bandiera blu che molti non vorrebbero veder più a fianco a quella del proprio paese, sta fallendo per motivi storici, per colpa di chi per anni: ha bypassato Parlamenti, ha calpestato Costituzioni, e, ricordando Brecht, ha continuato imperterrito a pensare che da eleggere fosse il popolo e non i suoi governanti. Tutto ciò in nome di un futuro prospero mai arrivato, che ha solo annullato i precetti stilati dai Padri fondatori.

 I “Paesi virtuosi”, che hanno sempre fatto i compiti, oggi si chiudono, voltano le spalle e danno del “mafioso” al vicino di casa. “C’era un’idea…” ma ognuno per motivazioni diverse l’ha uccisa: chi per primeggiare, chi per inettitudine, chi l’ha abbandonata e chi non ci ha mai creduto.
Il timore però non può spezzare un sogno così grande:  ciò vorrebbe dire che quell’“idea” può rimanere sugli scogli di Ventotene, che il progetto dei Padri fondatori era privo di concretezza e che “il Vecchio Continente” -venuti meno GB e gli isolazionisti oltre che ai “superalleati” States di Trump- non esiste più.

Oggi tanti la chiamano ‘prova del 9’, ma forse è davvero la sfida a chi ha più paura. Per anni sono stati insabbiati problemi, falle nel sistema, per portare avanti un’idea di unità, di pace e di speranza che non è mai esistita del tutto. Si stava costruendo una creatura, ma tante erano le difficoltà e allora si è preferito portare avanti il suo fantasma, coperto da strette di mano e sorrisi. Nell’era dell’immagine, l’Europa ha fatto la fine di un film che predilige gli effetti speciali alla sua vera essenza: la trama. Allora benvenuti nel gran finale, dove l’urlo del fallimento, incarnato nei familiari delle vittime per COVID-19, è troppo forte anche per i tappi di Frau Merkel. Forse si farà a gara a chi si salverà prima la pelle, spingendo gli altri fuori dalla pista a spallate, pur di spianarsi la strada e arrivare primi.

Se quella “Ragazza” non dovesse riconoscere in tempo il suo volto nello specchio, il problema non sarà più Conte che ‘smerda’ Salvini e Meloni in TV, ma la perdita di coscienza di ciò che per secoli l’aveva legata al suo riflesso, in cui primeggiano patti bilaterali e flirt con potenze straniere.

“C’era un’idea…” , speriamo che torni e bisogna fare nomi e cognomi: ‘Europa’.

Gianmarco Morelli e Nicolò Legrottaglie

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