Non tutti muoiono Democristiani

Quando si parla di crisi ideologica si pensa subito alla Sinistra “Quando c’era Berlinguer…
quando c’era il Partito Comunista…” e via dicendo. Dopo la caduta del Muro di Berlino nell‘89 la Sinistra italiana e mondiale hanno vissuto una crisi di identità e di smarrimento. Siamo
però sicuri che a Destra sia andata tanto diversamente? Siamo sicuri che la Destra, a
modo suo, non stia passando un momento di crisi?
"CRISI DELLA DESTRA ORA CHE HA QUASI IL 50%?" No, non una crisi elettorale, ma un’
ambiguità ideologica dalle mille sfaccettature.
Partendo dalla Resistenza dove movimenti ascrivibili a Destra come cattolici, popolari,
liberali e monarchici hanno collaborato con le Sinistre e gli anglo-americani alla liberazioned’Italia, si arriva alla Costituente dove emerse la Democrazia Cristiana, o ‘Balena Bianca’
per gli amici. La DC, partito centrista, di ispirazione cristiana e fortemente atlantista
nonostante i diversi governi con partiti moderati di sinistra, aveva dei connotati
conservatori e suddivisa in correnti. Le più importanti figure della Destra democristiana
furono Alcide De Gasperi e Giulio Andreotti.
Oltre la DC le altre forze politiche di Destra furono il Partito Liberale (partito di nicchia del
ceto intellettuale liberale) che espresse i primi 2 Presidenti della Repubblica, i monarchici
in tutte le loro declinazioni. Nonostante le sue contraddizioni, ambiguità e circostanze del
caso la Destra italiana ha sempre portato avanti un discorso di stabilità, cercando di
evitare una guerra civile o una dittatura militare tanto desiderata dagli ambienti più
reazionari e nostalgici. Proprio in questi anni il nostro Paese ha vissuto il “Boom
economico” tenendoci lontano dal modello totalitario sovietico.
Un po’ più a Destra della DC, del PLI(Partito Liberale Italiano) nel ‘53 entra nello scenario politico italiano l’MSI (Movimento Sociale Italiano), partito che nasce con un forte collegamento al regime fascista, fino a quando, nel '72, prenderà posizioni più conservatrici grazie al suo leader Giorgio Almirante, con il dogma “Non rinnegare, non restaurare”. Nonostante sia nato con la contraddizione di legittimare il passato ideologico e personale convenne sia alla DC che al PCI istituzionalizzare un
partito di destra radicale. Al PCI perché intaccava il bacino elettorale più conservatore
della DC e ai Democristiani perché in Parlamento si controbilanciava all’estremismo
Rosso.
Nel 1994, scoppia Tangentopoli, non c'è più fiducia nei partiti tradizionali, crolla la
DC, il PCI ha iniziato la prima delle mille frammentazioni, nessuno sa cosa succederà.Proprio lì, in quel momento, il 26 gennaio 1994, un noto imprenditore milanese annuncia la
sua scesa in campo con una nuova formazione. Il il suo nome è Silvio Berlusconi ed è
iniziata la Seconda Repubblica: gli stessi partiti ma con nomi ed alcune persone
diverse. La peculiarità di questa fase è il bipolarismo: 2 coalizioni, una che prende ex
comunisti, democristiani di sinistra, detta centro-sinistra; l’altra liberali, socialisti (sì, non ho
sbagliato), missini, democristiani di destra, detta centro-destra. A capo del centro-destra
Silvio Berlusconi, il suo partito Forza Italia e i suoi 2 alleati Fini (leader di Alleanza
Nazionale, ex MSI) e Bossi (leader della Lega Nord). I 2 alleati del cavaliere non andavano
molto d’accordo (la Lega era profondamente antifascista e AN diciamo non spiccava per
posizioni centriste). Ma Berlusconi era un federatore, metteva vicini tutti, le parole d’ordine
erano “liberale, cristiano, moderato, comunisti-mangia-bambini”. Le televisioni, di cui
alcune di proprietà di Berlusconi, iniziano una fusione tra informazione ed intrattenimento,
che rende la politica un argomento così leggero e di pettegolezzo da farne perdere
definitivamente la sua sacralità.
Gli anni passano velocemente, i processi del Cavaliere, la crisi del 2008, governi non eletti
dal popolo (!11!!1!1!!1), nasce il PDL, partito unico della liberale Forza Italia e della post-
fascista Alleanza Nazionale e, dopo la Grande coalizione con i “comunisti” del PD, a destra
del PDL nasce Fratelli d’Italia e ritorna la Lega nord (con la ‘n’ piccola, ma sempre ‘nord’)
con menzione d’onore per il MoVimento 5 stelle.
Veniamo ai giorni nostri, ai tanto attesi Meloni e Salvini. Dal 2014 la Lega ha iniziato la sua
risalita, ha aperto al Sud, alla destra conservatrice e grazie a ciò ora è il primo partito. La
Meloni e i suoi Fratelli d’Italia , dopo aver passato i primi anni in sordina, adesso
stanno vivendo il loro momento migliore. I due partiti hanno molte differenze visti da vicino,
soprattutto in ambito economico: FdI liberista e la keynesiana e a tratti socialista Lega. Su
immigrazione, cultura conservatrice si trovano alla grande, forte critica all’UE (più o meno
costruttiva), #aiutiamoliacasaloro, difesa dei confini e un marasma infinito di slogan.
Il punto di questa carrellata storica anche un po’ noiosa è che (a prescindere da come la si
pensi), non esistono “ignoranti” o quant’altro, ma notare come gradualmente si sia caduti in
basso nel dibattito politico. Passare da “rendere l’Italia protagonista in Europa” a “uscire
dall’Europa”, da discorsi sulla stabilità del Paese a istigare all’odio verso qualcuno. Chi dà
la colpa a Salvini e la Meloni o non sa nulla di politica o fa finta di non sapere. Sono anni di
malapolitica, gestione di fondi sbagliate. La classe dirigente di destra ha reso la parola
DESTRA sinonimo di populismo, bigottismo e ignoranza, quando “Destra” dovrebbe
essere Libertà, responsabilità, stabilità, Patria e Famiglia.
La decadenza della Destra, contaminata da posizioni economiche non sue o estremiste
l’ha alienata a sé stessa, come succede nell’”angolo rosso” del tappeto.
Vi lascio con le parole di uno dei più importanti leader della Destra italiana:
“La destra è coraggio o non è,
la destra è libertà o non è,la destra è nazione o non è
la destra è Europa o non è… e vi dico di più:
l’Europa o va a Destra o non si fa”.
-Giorgio Almirante
Scritto da Gianmarco Morelli
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