Quattro chiacchiere con Euprepio Padula: esperto di comunicazione politica e giornalista televisivo in Spagna
Lasciare l'Italia e raggiungere la Spagna. L'esperienza lavorativa di Euprepio Padula
Eurprepio Padula: Ceo dell'azienda Padula and Partners. Esperto in comunicazione politica e giornalista televisivo in Spagna.
Benvenuto Euprepio, la ringraziamo per aver accettato il nostro invito. Quali sono state le sue origini? Ci racconti della sua infanzia e del suo percorso di studi intrapreso prima di varcare le soglie del mondo del lavoro.
La vita di qualsiasi professionista non si può comprendere senza parlare delle proprie orgini. Vengo da una famiglia umile, fondata sui valori del lavoro e dell'onestà. Ancora oggi ricordo la mia casa d'origine: fatta d'una sola stanza, i miei genitori la presero in affitto da una zia. Difatti, ogni volta che, nella mia vita, ho raggiunto un obiettivo, ho ricordato le mie origini. Date le mie umili origini sono sempre stato fortemente ambizioso: ho sempre pensato che avrei dovuto lasciare il mio luogo d'origine e la campagna. Le mie ambizioni erano altre. Devo ringraziare mia madre per aver sostenuto i miei sogni e per avermi fatto studiare. Ho frequentato il Liceo Scientifico con dedizione e disciplina, sostenuto da una forte creatività. Dinnanzi ai professori, abbandonavo la mia indole riservata: non ero più un timido, riuscivo ad interagire, era quello il mio momento. Dopo il liceo, ho scelto la facoltà di Legge. Le disponibilità economiche erano quelle che erano, desideravo scegliere una laurea che, in pochi anni, avesse potuto garantirmi l'ingresso nel mondo del lavoro. Continuavo ad avere un grande appoggio da parte di mia madre. Ho vissuto invece, a volte in maniera anche drammatica, il rapporto con mio padre. Ho sempre voluto svincolarmi economicamente dalla mia famiglia: non volevo dipendere da loro, avevo voglia di scappare, volevo essere libero. Scegliere Legge mi permise di finire la carriera universitaria, in soli tre anni, con anticipo, con 110 e Lode. Studiavo come un forsennato perchè avevo intenzione di finire il percorso universitario molto presto, prima del previsto.
Cosa accadde dopo la sua laurea? Quali sono state le prime esperienze che le hanno permesso di varcare la soglia del mondo del lavoro?
Dopo la laurea, alla prima occasione scappai: dato il mancato sostentamento economico rifiutai il tirocinio in avvocatura e decisi di mandare i miei curriculum vitae a diverse realtà lavorative: fui scelto da IBM (International Business Machines Corporation): lavoravo nella parte contrattualistica dell'azienda. Questa esperienza mi permise di vivere a Milano, avendo un buon salario. Tuttavia sapevo di non essere ancora nel posto giusto. Dinnanzi a 11.000 dipendenti sentivo d'essere un numero: un Fantozzi in mezzo ad una realtà troppo grande.
E così, qualche tempo dopo, la mia vita cambiò per amore. Dopo il mio primo anno di lavoro in IBM intapresi un viaggio per Budapest. Lì, in una discoteca, conobbi un ragazzo Spagnolo e me ne innamorai. Amavo già la cultura Spagnola, ma questa persona cambiò la mia vita, spingendomi a trovare un lavoro in Spagna. Questa storia sembra un romanzo, ma un cacciatore di teste (metaforicamente un intermediario fra un'azienda ed il mondo del lavoro), Nicholson International, mi offrì la possibilità di fare un colloquio con un'azienda Spagnola: El Corte Inglès.
Loro cercavano, per gli uffici di Milano, un operation director con alcune conoscenze legali. Feci l'ultimo colloquio a Madrid e, dopo il test psicologico, mi indirizzarono, con mia sorpresa, al settore delle risorse umane e della leadership. Decisi di rifiutare l'offerta. Volevo cercare altro. Dopo qualche tempo, Nicholson International mi offì un posto di lavoro a Madrid. All'epoca avevo 26 anni: selezionavo e sceglievo i dipendenti, spesso anche molto più grandi della mia età. Questa esperienza m'aprì gli orizzonti delle risorse umane, della leadership e, soprattutto, della vendita. Divenni prima Consulente Junior e poi Direttore Generale della Nicholson International. Dopo qualche tempo, Direttore della zona Sud Europa e Sud America e poi Socio. Dopo l'acquisto dell'azienda da parte degli Inglesi, divenni, definitivamente, Direttore Mondiale dell'azienda.
Quando ha deciso di fondare il progetto Padula and Pateners?
Ad un certo punto della mia vita, raggiunsi la solidità economica che tanto desideravo da bambino. Tuttavia dovetti rinunciare a molte cose: da bambino ero molto creativo, ma poi le esigenze professionali mi hanno indotto a studiare e a lavorare come un forsennato. Raggiunsi infatti un momento di crisi interiore: mi resi conto di aver rinunciato a molte cose. Nel 2005, data la mia buona situazione economica, decisi di creare la mia azienda Padula and Patners. Co questo progetto, riuscii a dedicarmi anche alla mie passioni: la scrittura e la pittura. L'azienda va avanti da quindici anni e, oggi, sono il CEO. Padula and Patners è una consulente internazionale di talenti: fornisce un supporto efficace nella gestione del ciclo di vita di un talento.
Per maggiori informazioni sul progetto Padula and Parteners, potete consultare il sito ufficiale:
Quando ha intrapreso l'esperienza lavorativa nel mondo dell'opinione pubblica?
Fra le cose che ho sempre amato c'è sempre stato il giornalismo. Ricordo ancora da bambino quando con mio nonno Pietro ne parlavo. Data il mio successo professionale in Spagna, fui chiamato dall'emittente televisiva La Sexta per la comunicazione politica. Fui chiamato, anche da altre emittenti, per organizzare alcuni set politici. Oggi, in televisione, lavoro per TeleCinco, Cuatro e TeleMadrid e scrivo per GQ, La Ràzon, El Independiente e Expansiòn.
Accanto al giornalismo, da ragazzo, coltivavo anche la passione per la scrittura. E così, negli anni, sono riuscito a scrivere quattro libri: El coaching del Peluche Rosa, Don de Gentes: la clava para triunfar en la vida, Trienta Cafes. Las Cualidates del Liberazgo, Cree Lucha Logra.
Data la sua influenza nel mondo dell'opinione pubblica spagnola, come reputa, oggi, la situazione SarsCov2 in Spagna?
La situazione Spagnola è stata ed continua ad essere molto dura. Dopo l'ingresso nella Fase 2, la situazione inizia man mano a migliorare. In linea di massima, i cittadini Spagnoli hanno risposto bene alle direttive politiche della Fase 1. V'è stata, a mio parere, una risposta straordinaria da parte della popolazione.
Come reputa la situazione politica ed economica del Paese?
Anche in Spagna, come in Italia, viviamo una politica di continua confrontazione: vi sono, ancora oggi, nonostante l'emergenza sanitaria, continue dispute fra le fazioni politiche del Paese. La situazione economica, ora, è drammatica. V'è una recessione monumentale. Un terzo dell'economia Spagnola è basata sul turismo, il danno è ingente. Fra cassa integrazione e disoccupati, in questo momento, il 25 % della popolazione non lavora.
Come ha vissuto l'emergenza sanitaria?
Personalmente, non ho vissuto molto male l'emergenza sanitaria. Ho saputo gestire bene il panico e la paura. Io ed il mio compagno stiamo vivendo insieme l'emergenza. Mi mancano i miei amici, la mia famiglia e viaggiare. Confido, tuttavia, nella responsabilità della mia famiglia che reputo molto responsabile. La paura è stata quindi largamente moderata dalla consapevolezza di avere persone responsabili vicino a me.
Intervista a cura di Giulia Sternativo. Revisione a cura di Laura Cati
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